“E poi pensi…chissà come sarà”: FAV e il progetto BabyMamme

Oggetto di BabyMamme è la progettualità in favore delle mamme adolescenti il cui network di collaborazioni è molto ampio e variegato: dalla nascita del progetto ad oggi, ha compreso diverse aziende ospedaliere milanesi, consultori familiari pubblici e privati, enti di volontariato e del terzo settore, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca Facoltà di Psicologia.

La maternità in adolescenza è un fattore di rischio per lo stabilirsi di una relazione adeguata tra madre e bambino: comporta un conflitto tra la modificazione del corpo in adolescenza e in gravidanza e tra la costruzione della propria identità adulta e gli intensi bisogni di cura del bambino con il rinsaldarsi della dipendenza dalla famiglia a scapito dell’autonomia; provoca conseguenze anche sul piano sociale (riduzione dell’istruzione, precarietà lavorativa, disagio economico e abitativo, isolamento dalla rete sociale/amicale).

Sono situazioni a rischio in cui maggiore è la necessità di sostegno: la mancanza di supporto incide negativamente su risorse e abilità genitoriali dell’adolescente e sul ripetersi di gravidanze a distanza di poco tempo. Infine, i figli di madri adolescenti sono soggetti statisticamente più “a rischio” per lo sviluppo. Nei paesi in cui il fenomeno è diffuso da più tempo (USA, Regno Unito, alcuni paesi dell’Est Europa), si è visto che le ragazze sono più a rischio di povertà ed emarginazione: spesso interrompono gli studi e incontrano maggiore difficoltà nella ricerca di un lavoro.

In Italia, seppur ancora marginale, il fenomeno delle gravidanze precoci è di tutto rilievo e soprattutto è sempre di grande impatto per chi lo vive.

Il progetto nasce nel 2011 da una collaborazione tra la FAV Ambrosiana, l’Ospedale San Paolo di Milano, l’Università Statale di Milano Bicocca – Dipartimento di Psicologia, per approfondire la conoscenza della maternità in adolescenza, raccogliere i dati nell’ottica della “ricerca-intervento” (con il contributo di Fondazione Cariplo). Dopo questo avvio, il progetto, pur mantenendo la presenza nell’Azienda Ospedaliera S. Paolo (con il servizio dedicato S.A.G.A.), prova anche ad esportare il modello sul territorio così da poter intercettare le situazioni più sommerse: nel 2014-2015, nell’ambito del bando cofinanziato ai sensi della l.r. n.23/99 “Politiche regionali per la famiglia”, il precedente progetto esce dagli ospedali grazie al progetto BABYMAMME, realizzato grazie ad una partnership con la Fondazione Opera Pia S. Benedetto. Da qui l’apertura, da parte della FAV, di tre sportelli in quartieri periferici della metropoli milanese che hanno accompagnato, fino a prima della pandemia, la genitorialità adolescente con itinerari “personalizzati” gestiti in collaborazione ed in rete con servizi pubblici e privati (fra cui il CAV Ambrosiano ed il Pio Istituto di Maternità). In particolare, uno degli sportelli era collocato all’interno dello Spazio Agorà, spazio polifunzionale d’aggregazione che voleva sperimentare nuove forme di Welfare nel quartiere di Quarto Oggiaro (Municipio 8), promosso da Save the Children, ACLI e Comune di Milano.

BabyMamme si rivolge alle ragazze tra i 13 e i 22 anni, che stanno per diventare madri o che lo sono già, ai loro partner e ai loro bambini fino al secondo anno di vita, con l’obiettivo di sostenerli e accompagnarli in questa fase delicata attraverso l’attivazione di una rete di servizi strutturata sul territorio.

In un’epoca del ciclo di vita in cui i ragazzi avvertono una forte spinta verso l’autonomia ed in cui i conflitti con i genitori spesso risultano esacerbati, la maternità e la paternità costituiscono una altrettanto forte spinta all’accudimento, alla vicinanza e al bisogno del supporto delle famiglie di origine.

Ciò può comportare che la transizione alla genitorialità sia accompagnata da altri compiti evolutivi, talvolta vissuti in contrasto con un sano passaggio al nuovo ruolo e alla nuova famiglia che si costituisce. Proseguire gli studi, rendersi più autonomi dalla famiglia di origine, costruire un senso di identità stabile, possono contribuire a rendere tale transizione idealizzata, o rifiutata e poco integrata.

Più specificamente, può accadere che, qualora la genitorialità adolescente sia associata, come documentato in letteratura, ad altri fattori di rischio quali l’assenza di un partner stabile, una famiglia problematica, una scarsa rete di supporto sociale o un basso livello socio-culturale, il nuovo nucleo abbia maggiori probabilità di sviluppare una relazione di attaccamento genitore-bambino disfunzionale, con possibile conseguente difficoltà nello sviluppo socio-emotivo e psicomotorio del piccolo; stati materni depressivi; difficoltà nell’accudimento fisico e psichico del bambino; rischio di ripetere gravidanze a distanza di poco tempo e minor istruzione e disagio economico e lavorativo.

Il progetto BabyMamme si inserisce in questa cornice. La peculiarità dell’intervento è l’ottica preventiva a sostegno di una genitorialità fragile, coinvolgendo diversi soggetti, tra pubblico e privato (per esempio Consultori pubblici e privati, Ospedali e Servizi Sociali). Le figure professionali coinvolte sono: psicologhe, educatrici, assistenti sociali e altre figure di cui si rilevi eventualmente la necessità (anche in raccordo con i servizi del territorio).  È possibile la presenza di mediatrici culturali durante gli incontri, nel caso la situazione lo richiedesse.

Le mamme e i papà possono accedere, con i loro bambini, ad uno spazio di accoglienza e di ascolto, dove è possibile confrontarsi con operatori esperti dello sviluppo infantile. Possono accedere al servizio con appuntamenti settimanali per poter, almeno una volta al mese, effettuare: 

  • accompagnamento durante la gravidanza attraverso incontri di conoscenza dello sviluppo del nascituro nei vari mesi di gestazione e dei cambiamenti del corpo materno, attraverso il coinvolgimento attivo delle ragazze;
  • tecnica del video-feedback di interazioni di gioco, con professioniste appositamente formate, al fine di promuovere stili relazionali sensibili genitore-bambino, predittivi di una relazione di attaccamento sicura;
  • monitoraggio dello stato psicologico del genitore strumenti di screening della storia personale del rischio psicopatologico e depressivo del genitore;
  • supporto alla quotidianità favorito da un’educatrice che promuove stili di vita adeguati, un orientamento formativo e professionale, un accompagnamento per un corretto utilizzo delle risorse territoriali.

Sono previsti anche colloqui con assistenti sociali di consulenza sociale e per l’erogazione di quote di beni materiali (alimenti, pannolini, vestiario, materiale per la prima infanzia), in collaborazione con il Centro Ambrosiano di Aiuto alla Vita.

Il sostegno alla singola mamma sarà diversificato a seconda della zona territoriale in cui si inserisce il suo percorso e delle risorse e servizi in esso presenti, appoggiandosi anche ad altri enti pubblici e/o privati che si trovano sul territorio.

La pandemia ha inciso negativamente sullo svolgimento del servizio e sulla possibilità di intercettare le situazioni delle giovani mamme tanto che, attualmente, è rimasto un solo sportello attivo ma quel periodo è stato comunque sfruttato per una sensibilizzazione dei territori fra cui anche percorsi finanziati da ed in collaborazione con Regione Lombardia di cui l’ultimo, proposto da CAV Ambrosiano, vede anche una collaborazione di FAV con FederVitaLombardia proprio sugli aspetti più culturali del progetto “Percorsi babymamme: sviluppo di modelli locali per accompagnare la maternità in adolescenza”. Grazie all’interesse di altre 5 realtà regionali sui territori di Busto Arsizio (e Valle Olona), di Cernusco s/n (e area della Martesana), del lodigiano e di Pavia (e Lomellina), si sono realizzate nuove esperienze a favore di madri adolescenti.

A partire dal risveglio di una sensibilità su un fenomeno in sé poco evidente, ma dai pesanti impatti individuali sulla qualità della vita dei soggetti coinvolti (spesso, ben due minori – madre e bambino – coinvolti per ogni caso), il progetto ha messo in moto meccanismi di sensibilizzazione rivolte ai territori aumentando la capacità d’insieme di intercettare e sostenere le situazioni di maternità in adolescenza per limitarne le ricadute negative in termini di qualità della vita.

In questo progetto, la collaborazione della FAV si è giocata in un ruolo di mediatore fra le diverse esperienze e facilitatore rispetto alle diversità di territori, con la messa a disposizione della propria esperienza pluriennale.

Attualmente lo Spazio Babymamme è attivo presso Il Girotondo, in Via delle Camelie 12, 20147 Milano.

Per informazioni e appuntamenti:

  •        3203458417

@         giovanimamme@favambrosiana.it

Chi è FAV

La Fondazione Ambrosiana per la Vita (FAV) è una “Organizzazione non lucrativa di utilità sociale” (ONLUS) che nasce nel 2000 promossa dal Centro Ambrosiano di Aiuto alla Vita (CAV Ambrosiano) e dalla Fondazione Ambrosiana Attività Pastorali (FAAP) con le quali mantiene attive collaborazioni.

È aperta alla partecipazione di altre organizzazioni che operano per la tutela della vita nascente.

La FAV si propone come un potenziale valore aggiunto, per il reperimento delle risorse economiche e umane, al valore singolo di ogni organismo associativo che partecipa all’iniziativa.

Operando costantemente nell’ambito territoriale della Regione Lombardia ottiene il riconoscimento giuridico con Decreto della Presidenza della Giunta Regionale della Regione Lombardia n. 00456/Presidenza 0031 del 15 gennaio 2002.

La Fondazione ha per scopo principale l’aiuto alla vita:

  • sostenere ed assistere le maternità difficili
  • ospitare le madri con minori a rischio in strutture adeguate
  • intervenire con sussidi economici provvisori
  • erogare consulenze di carattere psicologico, giuridico, spirituale a entrambi i genitori o alla madre
  • organizzare eventi culturali di sensibilizzazione: concerti, convegni, seminari, premi, ecc…

ed agisce sia a livello operativo sia a livello culturale.

La FAV aderisce inoltre all’Istituto Italiano per la Donazione (IID) ed è in linea con i criteri di trasparenza, credibilità, onestà su cui quest’ultima si fonda.

Proprio per questa sua solidità, la FAV ha saputo conquistare la fiducia di diverse Fondazioni private con le quali ha collaborato secondo le loro competenze: Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Fondazione Lambriana, Fondazione Cariplo, Fondazione Vismara.

La FAV fa anche parte del Consorzio Solidarietà e Futuro (COSF) per la gestione di alcune strutture di accoglienza, curando, al suo interno, parte della gestione dell’housing sociale e tutta la fornitura delle figure professionali necessarie (assistente sociale, educatori, psicologhe, nutrizionista, psicomotricista, mediatrici culturali, ecc…) con competenze pluriennali nell’ambito, assicurandone una formazione e supervisione continua: attualmente, la FAV può contare complessivamente su 20 dipendenti e 8 collaborazioni stabili con professionisti.

La FAV, inoltre, ha un rapporto privilegiato con i CAV e i MpV del territorio lombardo i cui volontari svolgono diversi servizi a favore della maternità fragile, offrendo loro sostegno e consulenza tramite i propri professionisti compreso un servizio di progettazione specifico maturato in anni di esperienza nel settore sociale e culturale che si occupa prevalentemente di sostegno alla famiglia e alla maternità. La progettazione viene pensata sempre su misura rispetto all’organizzazione del CAV/MpV che la richiede, apportando il valore aggiunto di un’elevata qualità e professionalità e ponendo attenzione ai vari profili d’impatto (economico, socio-culturale, territoriale, ecc.) con l’obiettivo di accompagnare i progetti al miglior livello di efficacia ed efficienza possibili.

Dal punto di vista più operativo, la FAV opera essenzialmente lungo due linee progettuali istituzionali:

  1. La tutela e l’accompagnamento della maternità (e genitorialità) in adolescenza,
  2. L’housing sociale temporaneo per categorie fragili di persone (nuclei fragili mamma-bambino, in primis).